Nel 1921 Frederick Grant Banting isolò l'ormone dell'insulina: una scoperta rivoluzionaria, un centenario fondamentale per la ricerca medica e per le vite di milioni di persone, che l'International Diabetes Federation, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e tutti gli Stati membri celebrano quest'anno con ancora più iniziative volte alla prevenzione del diabete, alla sua gestione consapevole e all'incremento di politiche nazionali per combattere una patologia in grande crescita.
Tra il 1920 e il 1921 Frederick Grant Banting, assieme al collega Charles Herbert Best, riuscì a estrarre e controllare l'insulina dal pancreas di un cane per iniettarla ad un altro, gravemente diabetico e senza pancreas, tenendolo in vita per oltre 70 giorni: questo episodio è passato alla storia come la prima grande rivoluzione del diabete. Una trasformazione che ha portato questa patologia dall'essere per lo più letale a diventare gestibile nella vita quotidiana.
Già un anno più tardi Leonard Thompson, un ragazzo di 14 anni che rischiava di morire di diabete in un ospedale di Toronto, divenne la prima persona a ricevere un'iniezione di insulina da parte di Banting e staff. Il risultato fu incredibile: nelle 24 ore successive i livelli pericolosamente alti di glucosio scesero a livelli quasi normali, salvandogli la vita.
Era la conferma che serviva al mondo accademico: nel 1923 Banting e Best, assieme ai ricercatori J. R. Macleod e Clark Noble, vennero insigniti del Premio Nobel per la Medicina grazie alla loro fantastica scoperta.
Quest'anno l'importanza della ricorrenza è particolarmente sentita e travalica la semplice Giornata Mondiale del Diabete (da ormai 30 anni istituita il 14 novembre di ogni anno, giorno in cui nacque Banting), sfociando in diverse attività e celebrazioni durante tutto il Mese del Diabete e nell'intero anno.
Il volto più "classico" delle celebrazioni sono le spettacolari luci blu che ormai da anni illuminano i monumenti di oltre 160 Paesi in occasione della Giornata Mondiale del Diabete: un tributo al celebre cerchio azzurro simbolo della lotta al diabete, per infondere vicinanza e solidarietà a tutti i pazienti diabetici. E poi conferenze stampa, trasmissioni radiotelevisive e articoli stampa, manifestazioni sportive, esami glicemici gratuiti, distribuzione di materiale informativo, campagne promozionali, sensibilizzazione nelle strade e nei luoghi pubblici, iniziative nelle scuole: un forte impulso al dialogo sulla prevenzione e sulla gestione del diabete, perché parlarne è il primo strumento di lotta contro questa patologia.
L'aderenza alla terapia (definita compliance) è il grande nodo per combattere le conseguenze di questa patologia. L'aderenza viene definita come il rapporto tra il comportamento della persona con diabete e le indicazioni concordate con il proprio medico.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, oggi la scarsa o assente compliance, cioè l'aderenza alla terapia, è considerata una seria sfida alla gestione della patologia che porta con sé un aumento di comorbilità (cioè la presenza concomitante di due o più disturbi nella stessa persona) e complicazioni.
La necessità di monitoraggio costante e l'ansia legata all'iniezione di insulina sono le principali barriere alla compliance. L'utilizzo di strumenti di monitoraggio semplici e intuitivi, la scelta di aghi penna piccoli e sottili che riducono il timore dell'ago e il fastidio dell'iniezione oltre ad una dieta adeguata e l'attività fisica come supporto nel trattamento del diabete, possono quindi migliorare fortemente l'aderenza alla terapia riducendo i rischi sul lungo periodo di complicanze legate a questa patologia. Merito di uno stato d'animo più sereno e della praticità, semplicità e delicatezza delle soluzioni scelte, il controllo glicemico e l'insulinoterapia possono risultare meno complesse e dolorose.