I CGM, ovvero i sistemi di monitoraggio in continuo della glicemia, sono dispositivi composti da: un sensore, che si può applicare su diverse parti del corpo – braccio, addome, parte superiore del gluteo - e un trasmettitore. Il sensore esegue delle misurazioni frequenti dei livelli di glucosio nel fluido interstiziale e, attraverso il trasmettitore, le informazioni rilevate vengono condivise in tempo reale con app e piattaforme digitali presenti sui device – smartphone, tablet, pc - dei pazienti e del personale medico.
I dispositivi di monitoraggio del glucosio (CGM) sono largamente diffusi tra le persone con diabete tipo 1 che seguono una terapia insulinica intensiva.
Ma, secondo il Consensus Report, sottoscritto da un panel di esperti internazionali questi sensori si rivelano fondamentali anche per la gestione del diabete di tipo 2 perché da un lato offrono al medico e allo specialista un panorama più aggiornato del profilo glicemico del paziente e permettono di affinare nel tempo la terapia più efficace, e dall’altro possono essere uno strumento educativo e di maggior consapevolezza nella gestione quotidiana della patologia da parte del pazien.
Il monitoraggio continuo del glucosio (CGM) consente una visione dinamica dell’andamento glicemico nell’arco delle 24 ore, offrendo informazioni sui trend, sulle variazioni e sui picchi indotti dai pasti o da altri fattori della vita quotidiana, permettendo un controllo più fine e tempestivo rispetto alla glicemia “puntuale” dei tradizionali test capillari.
Mantenere un buon controllo glicemico nel tempo – evitando fluttuazioni marcate e lunghi periodi fuori target – è fondamentale, poiché l’esposizione cronica a valori elevati “lascia una memoria metabolica” (legacy effect) che nel lungo periodo si associa a un maggiore rischio di complicanze microvascolari e macrovascolari.
Dati clinici osservazionali indicano inoltre che ritardare l’ottimizzazione del controllo glicemico in persone con diabete di tipo 2 può aumentare significativamente il rischio di eventi cardiovascolari.
In questo senso, il CGM rappresenta un prezioso alleato non solo per migliorare l’aderenza alle terapie, ma può contribuire a ridurre tali rischi e anticipare eventuali peggioramenti. Infatti, grazie ad alert predittivi personalizzabili, permette di intervenire prima che si manifestino episodi di ipo- o iperglicemia, aiutando così a prevenire le oscillazioni glicemiche che, nel tempo, si associano allo sviluppo di complicanze cardiometaboliche e neurologiche, oltre a influire sul benessere psicofisico quotidiano della persona con diabete.