Ogni patologia ha il suo dizionario e il diabete non fa eccezione. Glucosio, reni, ipo fanno parte del lessico scientifico associato alla terapia insulinica. Per chi ha il diabete da molto tempo, certo, è un po' come snocciolare un abaco ma è importante dare a ogni parola un significato alla portata di tutti. Qui di seguito facciamo chiarezza su qualche termine "difficile" del vocabolario del diabete.
Il diabete è un'alterazione del metabolismo del cervello che regola le funzioni fisiologiche del nostro corpo. Si parla di alterazione metabolica come di una condizione che interferisce con il normale complesso di trasformazioni biochimiche ed energetiche che avvengono permanentemente nell'organismo umano.
La moderna terapia insulinica sostitutiva si chiama "basal-bolus" perché simula al meglio la secrezione pancreatica dell'insulina. La terapia sostitutiva prevede una somministrazione di insulina rapida per assicurare la concentrazione necessaria di insulina a smaltire gli zuccheri (o ad abbassare una glicemia alta).
Nelle persone con diabete, la chetoacidosi si verifica quando il metabolismo non è in grado di assorbire gli zuccheri per una carenza di insulina e rilascia nel sangue i cosiddetti chetoni, una serie di sostanze che inducono iperglicemia (i cui sintomi sono sete, stanchezza, urgenza di urinare), seguita da nausea e vomito, dolore addominale e un respiro pesante. Se non si ricevono fluidi e insulina in tempi rapidissimi, la chetoacidosi può avere conseguenze anche gravi.
È la tipologia di diabete dove la produzione di insulina è normale o superiore al normale ma è inefficace (insulino-resistenza) ad assorbire gli zuccheri. Il pancreas cerca di sopperire producendo quantità sempre maggiori di insulina ma questo processo finisce per esaurire le cellule Beta (responsabili della produzione di insulina). L'insulino-resistenza dunque è seguita da una progressiva riduzione della produzione di insulina. È la forma più frequente di diabete.
Le penne da insulina sono versioni evolute delle siringhe con fiala: sono caricate con cartucce pre-riempite contenenti insulina, da usare per assicurarsi di somministrare la dose corretta ed evitare fluttuazioni della glicemia nel sangue.
La glicemia postprandiale è un valore numerico che indica quanto glucosio è presente nel sangue a 2 ore dal termine di un pasto.
La lancetta è uno strumento piccolo e appuntito che serve a fare piccole incisioni nella pelle. Il prelievo avviene nel polpastrello o, per i neonati, nel tallone; da queste incisioni si ricava la goccia di sangue che, una volta applicata sulla striscia reattiva inserita nel glucometro, restituirà il valore della glicemia.