Nel diabete aderenza alla terapia significa anche, in alcuni casi, cambiare stile di vita in modo da poter prevenire ipoglicemie, iperglicemie e le altre complicazioni più o meno gravi del diabete. Fino a poco tempo fa essere aderenti a una terapia come quelle insulinica significava essenzialmente non mancare mai all'appuntamento con i farmaci. Oggi molte ricerche scientifiche hanno allargato il diametro concettuale di aderenza alla terapia inserendo, oltre le prescrizioni farmaceutiche, tutte le buone pratiche in materia di salute e stile di vita. Quindi, oltre a seguire alla lettera le cure mediche, vi rientrano il rispetto degli appuntamenti di follow-up, il cambio di alimentazione, la cura dell'igiene personale, la pratica di attività fisica, l'automonitoraggio della glicemia, l'abolizione del fumo e il controllo del peso.
Tutte le ricerche più recenti sul diabete, e in particolare sul diabete di tipo 2, hanno mostrato come sia una patologia nella quale si registrano i più bassi livelli di adesione alla terapia tra le patologie croniche. L'accuratezza nell'eseguire la terapia insulinica, per esempio, varia in una forbice tra il 20% e l'80% mentre l'adesione alle raccomandazioni è all'incirca del 65%; ancora, l'automonitoraggio glicemico è di poco superiore al 50% mentre rimane sotto al 30% l'aderenza all'esercizio fisico che viene consigliato. Tutti questi comportamenti, ovviamente, hanno delle conseguenze. La mancata compliance alla terapia, oltre a ipo e iperglicemie, può danneggiare anche altri organi del nostro corpo. Il diabete difatti è una patologia "metabolica" che interessa alcune funzionalità vitali come reni e cuore, e parti "strategiche" del corpo come piedi e occhi. Non aderire alla terapia significa aumentare il rischio di infarti, ictus, cherato-congiuntiviti e piede diabetico. Secondo uno studio americano condotto su ampia scala, su un campione di 900 soggetti, le persone con diabete che aderiscono alla terapia solo per il 20% hanno il doppio di probabilità di essere ospedalizzati nel giro di un anno.
La ricerca medico-scientifica ha da tempo individuato le linee guida per incrementare l'aderenza alle terapie delle persone con diabete. Uno degli ostacoli principali alla compliance è spesso costituito dalla difficoltà a maneggiare alcuni dispositivi di misurazione come il glucometro. Oggi sono già in commercio misuratori di glicemia che seguono ogni genere di esigenza con struttura, materiale e funzione in perfetta armonia, secondo i principi di quella che viene chiamata progettazione "organica". I ricercatori del Cochrane Collaboration, un'organizzazione internazionale che studia il mondo della salute, hanno proposto la panoramica più aggiornata sugli effetti degli interventi attuati nella pratica clinica per migliorare l'efficacia e la sicurezza delle terapie farmacologiche.
I ricercatori del Cochrane Collaboration, un'organizzazione internazionale che studia il mondo della salute, hanno proposto la panoramica più aggiornata sugli effetti degli interventi attuati nella pratica clinica per migliorare l'efficacia e la sicurezza delle terapie farmacologiche. La rassegna, che ha esaminato 21 studi clinici sull'adesione alla terapia del diabete di tipo 2, ha confermato che l'uso di sistemi di supporto nella vita quotidiana e la semplificazione della terapia sono tra i fattori decisivi per aumentare la compliance. Le strategie che sembrano migliorare l'aderenza comprendono i programmi di automonitoraggio e autogestione dei medicinali dove il paziente è parte attiva del processo di cura. Una transizione verso la centralità della persona/paziente, che in parte è corresponsabile della terapia, chiamata "empowerment".