Un gel per rigenerare la pelle
Le tecnologie idrocolloidali consentono di mantenere l’umidità necessaria attorno alla ferita accelerandone la guarigione e favorendo la crescita di nuovi tessuti. Queste medicazioni possono essere utilizzate su molteplici ferite, da quelle più superficiali a quelle chirurgiche e in generale per diverse lesioni cutanee. Le tecnologie idrocolloidali sono inoltre integrate nelle soluzioni per il trattamento di vesciche, calli e duroni. Scopriamole insieme.
In ambiente umido la ferita si rimargina
Le tecnologie idrocolloidali hanno rivoluzionato il mondo della medicazione: mantenendo un ambiente umido sulla ferita ne accelerano la guarigione favorendo la crescita di nuovi tessuti. Una sorta di araba fenice per la pelle che così può rigenerarsi più facilmente anche in presenza di lesioni più importanti.
La medicazione è una “seconda pelle”
Oggi queste tecnologie, spesso sotto forma di gel, sono integrate su cerotti e altre medicazioni per il trattamento di disturbi molto comuni come vesciche, calli, duroni e non solo infezione. I tessuti di supporto al gel sono flessibili, impermeabili ma traspiranti e si possono applicare anche sulle pelli più delicate. La medicazione, in questo modo, agisce come una vera e propria “seconda pelle” che aderisce per più giorni e si elimina solo quando la ferita si è rimarginata.
Una tecnologia recente
La scoperta delle tecnologie idrocolloidali è abbastanza recente. Il pioniere è stato il biochimico inglese George D. Winter che nel 1963 ha dimostrato che per agevolare il processo di guarigione delle ferite era necessario un ambiente umido. Fino ad allora si riteneva che queste lesioni della pelle si potessero trattare più velocemente se lasciate seccare. Ma solo negli anni Ottanta vengono sviluppate a livello industriale le prime medicazioni a base di questi gel.
Assorbono e trattengono i fluidi
I gel idrocolloidali sono in grado di assorbire e trattenere una parte del cosiddetto essudato della ferita, ovvero un fluido rilasciato naturalmente dalla lesione che trasporta quelle molecole bioattive che formeranno poi i nuovi tessuti infezione [vedi Fonti 3]. In questo modo le cellule crescono e si dividono a velocità notevole accelerando il processo di guarigione della ferita.
La ferita guarisce anche “esteticamente”
Grazie alle tecnologie idrocolloidali, che mantengono un ambiente umido attorno alla ferita, si previene la formazione di croste, un fenomeno che inibisce la rigenerazione del tessuto danneggiato. In assenza di croste il processo di guarigione procede indisturbato, se così si può dire, riducendo il rischio di cicatrici e contribuendo a migliorare anche il risultato estetico post ferita.