Sono diversi i motivi validi per rivolgersi alla fecondazione eterologa: l'infertilità di coppia o, per esempio, la possibilità di trasmissione di patologie genetiche. In questi casi si potrebbe ricorrere a una fecondazione assistita dove si utilizzano ovociti e spermatozoi di un donatore esterno alla coppia. Se entrambi i partner non sono fertili, invece, i donatori saranno 2.
Per quasi 11 anni, dal 2004 al 2015 la fecondazione eterologa è stata bandita in Italia con la legge 40 che avrebbe dovuto prevenire eventuali pratiche di eugenetica. Una forma di cautela che avrebbe sbarrato la strada a "bambini su misura" con parametri fisici come occhi, capelli e corporatura, da scegliere su un catalogo di donatori con il giusto physique du rôle.
Prima del 2004 e l'approvazione della legge 40, la fecondazione eterologa era legale, anche se solo in strutture mediche private, e a patto che il donatore fosse anonimo e la donazione non avesse una contropartita economica. Poi grazie a una catena di sentenze della Cassazione, su casi di coppie che hanno reclamato la fecondazione eterologa come un diritto, e il colpo di grazia inferto nel 2014 con la sentenza 162 della Corte Costituzionale, che ne ha dichiarato l'incostituzionalità, la legge 40 oggi appartiene al passato.
Per ricorrere alla fecondazione eterologa, bisogna rispettare comunque una serie di paletti. La coppia, per esempio, deve essere maggiorenne, sposata o convivente in modo stabile. L'accesso a questa tecnica è gratuita o con ticket, solo per le donne riceventi al di sotto dei 43 anni. Fino a quest'età e per un massimo di 3 cicli, il trattamento sarà a carico del Sistema sanitario nazionale, dopo si dovrà pagare.
Nella disciplina della fecondazione eterologa, anche per i donatori ci sono requisiti precisi. Gli uomini devono avere tra i 18 e i 45 anni e le donne tra i 18 e i 35 anni. Le coppie che invece hanno già ovociti o gameti all'estero possono trasferirli in Italia attraverso il centro dove sarà eseguita la fecondazione eterologa. Il limite massimo di nati per ciascun donatore è di 10 bambini.
Il donatore deve rimanere anonimo, ma il bambino nato da fecondazione eterologa potrà chiedere di conoscerne l'identità una volta compiuti i 25 anni d'età. Il donatore sarà libero di accettare o meno la sua richiesta.